Elettronica e automazione

Il nuovo indirizzo unificato di Perito

in “Elettronica ed Elettrotecnica” prevede al suo interno tre articolazioni: elettrotecnica, elettronica, automazione. Nel ramo “elettronica”, in particolare, scompare la disciplina Telecomunicazioni: rimangono solo un paio di riferimenti alle modulazioni nel quinto anno, all’interno della competenza specifica “progettare circuiti elettronici”. L’articolazione “automazione” prevede invece richiami alla meccanica applicata, ai dispositivi elettronici di potenza, alla conoscenza dei motori, alla programmazione dei PLC, ad elementi di base di robotica ed una competenza specifica nel progetto di sistemi di controllo. Due articolazioni quindi, elettronica ed automazione, che si differenziano per una sola competenza: i circuiti analogici (e le modulazioni) da una parte, le tecniche e le tecnologie per il controllo dall’altra. Un approccio più analitico, con calcoli e tarature, nel primo caso, e una visione più sistemica in ambito automazione nel secondo. Tutto il profilo è declinato per competenze: è l’Europa a richiederlo. Competenza è saper applicare al meglio le conoscenze e le abilità per la soluzione di problemi in contesti nuovi. Nella vita lavorativa si incontrano di continuo nuovi contesti applicativi. Il mondo delle applicazioni reali è complesso e la vita lavorativa pone spesso problemi senza una soluzione univoca, rispetto ai quali il gruppo di lavoro deve scegliere il miglior compromesso. Per questo motivo si concorda che la competenza si affina con l’esperienza di lavoro. Il nuovo profilo chiede però che questa sia già certificata a scuola. È bene quindi che gli insegnanti propongano problemi parzialmente indefiniti. La didattica dell’elettronica, esaurite le conoscenze e le abilità, dovrà quindi porre agli studenti problemi aperti, riferiti a contesti differenti. Certo i ragazzi tirano un sospiro di sollievo quando,

dopo due ore di calcoli, la soluzione conferma i dati di progetto. Ciò li rinforza nella loro autostima e certifica che l’impegno dedicato allo studio alla fine paga. Oggi questo non basta. La scuola deve fare di più. La formazione tecnica non può illudere lo studente che tutto sia riconducibile a schemi e modelli esatti, con soluzioni univoche. Bisogna attrezzarsi anche per affrontare la complessità e l’incertezza. Nel frattempo anche l’Elettronica in sé diventa sempre più complessa. Lo sviluppo continuo della tecnologia rende ogni giorno disponibili soluzioni e sistemi più compatti e competitivi, costringendo la didattica della disciplina a rinnovarsi continuamente. Un doppio impegno quindi per gli insegnanti della materia. Nella speranza che, anche gli ex allievi di domani, possano mostrarsi riconoscenti verso l’offerta formativa che oggi la loro Esperia è chiamata ad innovare.

Prof. Emilio Ferrari