Presenze Bergamasche Nella Toponomastica Veneziana

A differenza di altre città la toponomastica a Venezia è arrivata quasi tutta intatta. Le poche eccezioni dovrebbero essere sostituite con le denominazioni originarie.

Purtroppo le concessioni a privati di calli ceche e di corti e le demolizioni sia nel centro che alla periferia della città hanno fatto scomparire nei secoli XIX e XX non pochi nomi.

Scorrendo la toponomastica veneziana ci si imbatte in molti nomi bergamaschi, per lo più mercanti che si erano fatti la fama di non avere uguali nel lavorare molto e fare quattrini.

Per facilitare la lettura di quanto andremo sinteticamente ad esporre riguardo la presenza bergamasca nella attuale toponomastica veneziana diamo qualche indicazione che faciliti la lettura.

 

 

 

 

Sestieri di Venezia

 

 

 

La città è divisa in sei parti detti sestieri. Tre di questi sono detti “de citra”, ovvero al di quà del Canal Grande (Cannaregio, San Marco e Castello). Gli altri tre sono detti “de ultra” perché posti al di là del Canal Grande (Santa Croce, San Polo e Dorsoduro). L’isola della Giudecca, sebbene faccia parte a sé, è inglobata nel sestiere di Dorsoduro. Ogni sestiere possiede una numerazione autonoma. I sestieri sono suddivisi a loro volta in parrocchie che costituiscono le unità storicamente più riconoscibili e tuttora adoperate per ogni riferimento topografico.

Dovendo cercare un indirizzo  si localizza inanzitutto il sestiere, poi la parrocchia ed infine il nome della calle.

I toponomi comuni tipici di Venezia sono :

 

Campo o Campazzo  – Superficie di terreno libero, cosidetti perché originariamente erano erbosi. Si aprono generalmente dinnanzi ad una chiesa e quasi mai manca nel mezzo una o più vere da pozzo.

 

Calle – Viuzza in qualche caso così stretta da lasciare passare a fatica una persona.

 

Corte e Campiello – Spazio di terreno libero minore del campo.

 

Salizada – Strada tra le prime ad essere selciata.

 

Ruga o Rughetta – Strada di media larghezza fiancheggiata da case e botteghe.

 

Ramo – Piccolo angolo che spesso mette in comunicazione due strade.

 

Fondamenta – Striscia di terra tra le case ed un canale.

 

Sotoportego – Passaggio coperto , porticato, aperto per comodità pubblica sotto alle costruzioni private.

 

Piscina – Specie di laghetto ove stagnavano le acque piovane, solo più tardi interrato.

 

Rio – Corso d’acqua poco profondo traversato da ponti che congiungono le due sponde.

 

Rio terà – Rio interrato.

 

 

 

ALBRIZZI

 

Sestiere di San Polo, Parrocchia di San Cassiano – Campiello, Ramo Campiello, Calle

 

Gli Albrizzi vennero dalla bergamasca a Venezia nel sec. XVI. Ebbero negozio di telerie e di olio.

Si segnalarono nella guerra di Candia. Nel 1667 furono accolti nel Maggior Consiglio mediante l’offerta di centomila ducati all’erario. Hanno avuto due Procuratori di San Marco ed otto Senatori.

Giuseppe Albrizzi sposò Isabella Teotacki, donna di grande talento. Isabella diede vita per molti anni  ad un salotto letterario praticato da Ippolito Pindemonte, Vincenzo Monti e Ugo Foscolo

 

 

 

ARRIGONI

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto – Calle

 

La famiglia cittadinesca Arrigoni pevenne dalla Valle Taleggio. L’abate Onorio fu celebre raccoglitore d’antichità e medaglie.

 

 

ASTORI

 

San Polo, Santa Maria dei Frari – Ramo

 

Antichissima famiglia della Valle Taleggio, fu aggregata alla nobile cittadinanza di Bergamo nel 1148 e a quel Maggior Consiglio appartenne.

Da Dossena si trasferì a Venezia dove si distinse per aver prodotto noti personaggi. Ottennero la Cittadinanza Originaria il 22/12/1755. La famiglia Astori aveva bottega di zuccheri e droghe in Corderia a Rialto ed una raffineria di zucchero alle Carampane.

 

 

BARZIZZA

 

San Polo, San Silvestro – Corte, Ramo

 

La famiglia Barzizza fu ascritta al Patriziato Veneto nel 1694 avendo il Conte Nicolò Vincenzo, Canonico della cattedrale di Bergamo, versato alla Repubblica centomila ducati nella lotta contro il Turco.

 

 

 

 

 

 

 

BECCARIE

 

Cannaregio, San Giobbe – Calle, Campiello

 

La famiglia Coccina (Salvetti) eresse due mattatoi nel 1713 con annessi due magazzini dove si uccidevano i manzi.

I Coccina giunsero da Sorisole nel bergamasco e si arricchirono col commercio di gioie.

Nel loro sfarzoso palazzo a San Silvestro vi erano quattro rinomate tele del Veronese, dal soggetto sacro con i ritratti di famiglia. Alvise Coccina insieme ad un altro confratello di nome Beneto Ferro, dettarono la direttiva al Tintoretto per la definizione del programma iconografico del salone della Scuola Grande di San Rocco in cui è rappresentata la titanica impresa della storia dell’Antico e Nuovo Testamento. Ricordo, per inciso, che il Tintoretto iniziò e concluse la vastissima “Crocifissione” della sala dell’albergo nel 1565 quando era Guardian Grando Girolamo Rota, di origine bergamasca

 

 

 

 

BENZON

 

San Marco, San Luca – Calle

 

I Benzoni vennero da Bergamo. Giovanni fu garzone in un negozio di seta. Divenuto padrone di bottega si arricchi e acquistò altri negozi. Mediante l’esborso di centomila ducati fu ascritto alla Veneta Nobiltà il 29/07/1685.

Giovanni Simone Mayr, maestro di Donizetti, musicò la notissima “Biondina in gondoleta”, il cui testo fu scritto da Antonio Lamberti. Il poeta descrive una gita in gondola con la biondina, bella e spigliata donna che allude a Marina Benzon Querini.

Nel suo palazzo la Benzon tenne salotto letterario  con partecipazione di illustri forestieri dell’epoca : Byron, Moore, Canova, Arici, ecc.

 

 

 

BERGAMA

 

Santa Croce, San Simeone Grande –  Ponte

 

 

 

BERGAMI

 

Santa Croce, San Simeone GrandeCalle

 

Esisteva presso San Simeone Grande uno stabile detto “Bergama” destinato ad alloggiare i bergamaschi provenienti dalla loro città.

Il ponte della “Bergama”, sul rio Marin, è uno dai più caratteristici e pittoreschi, fiancheggiato da fondamenta e ragguardevoli palazzi.

 

 

 

BERGAMASCHI

 

Santa Croce, San Simeone GrandeCalle, Corte, Ramo

San Marco, San Moisè – Calle

 

Presso San Simeone Piccolo si trovavano molti bergamaschi addetti alla lavorazione della lana. Presso San Moisè e Santa Maria Zobenigo erano stanziati altri bergamaschi che lavoravano alle biade.

 

 

 

BERLENDIS

 

Cannaregio, San Canciano – Calle Larga, Corte

 

La famiglia di setaioli immigrata da Bergamo fu aggregata al Patriziato Veneto il 28/03/1662. Nel 1667 Camillo divenne segretario del Re di Polonia Giovanni III Sobieski e nel 1767 la famiglia ottenne da Casa d’Austria il titolo baronale.

 

 

 

BOSELLO

 

Castello, San Giovanni in Bragora – Calle, Corte

Cannaregio, San Giobbe – Calle, Campo, Corte, Ramo

 

I Bosello trassero origine dalla Valle Brembana. Trafficarono in zuccheri e droghe. Piero fu Guardian Grando della Scuola di San Giovanni Evangelista. Alessandro fu invece mercante di seta. Sposò Caterina Gratarol e da essa ebbe Angelo che fu avvocato e nel 1618 fu Guardian Grando della Scuola della Misericordia. Il figlio di Angelo, Alessandro, divenne Cittadino Onorario veneziano ed avvocato.

 

 

BOTTA

 

San Polo, San Cassiano – Calle

 

I Botta erano mercanti di seta provenienti dalla Valle Brembana nel bergamasco. Possedevano varie case a San Cassiano. Matteo nel 1555 fu Guardian Grando della Scuola di San Rocco

 

 

 

BRIANI

 

Castello, San Zaccaria – Corte

Cannaregio, San Marcuola – Campo, Ramo, Calle

 

I Briani, espulsi da Bergamo, ripararono a Venezia ed ammessi al Maggior Consiglio. Si ricorda Giovanni, Provveditore e Rettore di Cattaro che acquistò fama nella difesa di quella città. I Briani possedevano vari stabili presso il Campo e la Calle omonimi di San Marcuola.

 

 

 

CADONICI

 

Castello, Santa Maria Formosa – Fondamenta

 

I Cadonici, mercanti , ebbero proprietà in Santa Maria Formosa

 

 

 

 

 

 

 

CARMINATI

 

Santa Croce, San Giacomo dell’Orio – Ramo I°, II° e Salizada, Ramo III°

Castello, Santa Maria Formosa Calle

 

Ricca famiglia di mercanti originari dalla Valle Brembana, furono assunti al Patriziato Veneto  nel 1637, offrendo all’erario centomila ducati nella guerra di Morea.

L’alcova del loro palazzo a San Stae è stata ricostruita in Cà Rezzonico.

I Carminati presso San Lio furono ascritti alla Cittadinanza Originaria.

 

 

 

CASTELLI

 

Cannaregio, San Canciano – Calle, Corte, Ramo

 

Mercanti di Gandino, si arricchirono molto negoziando sete. Avendo versato centomila ducati alla Repubblica vennero ammessi al Maggior Consiglio il 22/06/1687

 

 

 

CAVAGNIS

 

Castello, San Zaccaria – Fondamenta, Ponte

 

 

 

 

CAVANIS

 

Dorsoduro, Santa Maria dei Gesuati – Calle

 

I Cavagnis o Cavanis vennero da Bergamo ed esercitarono la professione di mercanti d’oro e merli d’oro con negozio in campo San Bartolomeo all’insegna di Sant’Antonio. Un Antonio mediante l’offerta di centomila ducati per soccorrere il pubblico erario ottenne la Nobiltà Veneta il 22/08/1716. Un Bartolomeo, teologo, morì in Morea.

La Calle in Dorsoduro è dedicata ai fratelli sacerdoti Antonangelo e Marcantonio che svolsero benemerita opera di educazione cristiana nei secoli XVIII e XIX.

 

 

 

 

Fondamenta e Ponte Cavagnis

 

CERERIA

 

Cannaregio, San Giobbe – Calle

 

Prende nome da una cereria di proprietà di Andrea Bortolotti che fece scolpire un’epigrafe dettata dall’abate Angelo Dalmistro per ricordare la visita allo stabilimento dell’ Imperatore Francesco I e dell’Arciduca Rainieri, Vicerè del Lombardo-Veneto

 

 

 

CORREGGIO

 

Santa Croce, San Cassiano – Calle, Corte

 

La famiglia Correggi stabilitasi a Venezia aprì bottega di cordellami presso il Fondaco dei Tedeschi e levò per insegna “tre cinture o corregge” , da cui ebbe il nome di “Correggio o Dalle Corregge”. Avendo offerto centomila ducati per la guerra di Candia ebbe la Nobiltà Veneta nel 1646.

 

 

 

CROTTA

 

Cannaregio, San Geremia – Fondamenta

 

Mercanti di ferro, furono ammessi alla Patrizia Nobiltà mediante l’esborso di centomila ducati per le necessità della guerra di Candia il 23/04/1649. La gran parte della ricca mobilia “rococò” che ornava gli eleganti saloni del loro palazzo sul Canal Grande , al tempo della scomparsa degli ultimi eredi, si trova ora a Cà Rezzonico mentre la grandiosa e splendida tela di G.B.Tiepolo raffigurante Santa Grata con i compagni Fermo e Rustico che converte i genitori Lupo ed Adelaide, Principi di Bergamo, presentando loro la testa recisa di Sant’Alessandro da cui sbocciano fiori, è ora alla Städelshes Kunstinistitut di Francoforte.

 

 

 

CURNIS

 

San Polo, San Silvestro – Ramo, Campiello

 

Mercanti di confetture, furono nominati “Impresari generali dei sali al di qua del Mincio”

 

 

 

 

 

FONTE

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto – Calle

 

La famiglia Fonte esercitò la mercatura ed ebbe la Nobiltà Veneta il 27/09/1646 mediante il solito esborso di centomila ducati

 

 

 

 

 

 

GALLICCIOLI G.B.

 

San Polo, San Cassiano – Ponte

 

Un tempo era chiamato Ponte dei morti in quanto nelle vicinanze c’era il cimitero della chiesa di San Cassiano. Successivamente venne denominato G.B. Galliccioli. Era costui sacerdote, letterato, scienziato che discendeva da famiglia bergamasca, commerciante nella piazza di Rialto. E’ nota e famosa l’opera che scrisse titolata “Le memorie venete”.

 

 

 

GALIZZI  

 

San Polo, San Silvestro – Calle

 

I Galizzi tennero negozio di olio e biade. Si ricorda Osvaldo quale testimone di Caterina Zanchi che aveva chiesto di essere abilitata, sposandosi ad un nobile veneziano, a procreare figli che potessero entrare nel Maggior Consiglio.

 

 

 

GALLO

 

Dorsoduro, San Nicolò dei Tolentini – Corte

 

Originario di Bergamo, il capo di questa famiglia, commerciava in pellami accumulando grandi ricchezze. Alcuni membri della famiglia furono Segretari della Repubblica. I fratelli Bortolo, Felice e Giovanni Battista offrirono alla Repubblica la somma di centomila ducati avendo in cambio la  Veneta Nobiltà il 17 gennaio 1694.

 

 

 

GIOVANELLI

 

Santa Croce, San Giacomo dell’Orio – Sotoportego, Corte

Santa Croce, San Cassiano – Sotoportego

 

I Giovanelli, ricchissimi commercianti di panni, originari di Gandino, entrarono nel Maggior Consiglio nel 1663 mediante l’offerta di centomila ducati alla Repubblica impegnata nella guerra di Morea. In precedenza, per decreto del Veneto Senato, conseguirono il titolo di Conti di Morengo e Carpenedo. Furono inoltre creati nobili di Ungheria, Conti del Sacro Romano Impero (1678) e Conti dell’Impero d’Austria (1817). Ebbero due Procuratori di San Marco,tre Podestà di Crema e Federico, Vescovo di Chioggia e Patriarca di Venezia (1776).

Il palazzo Donà-Giovanelli a Santa Fosca era un tempo una dimora famosa per le feste che si svolgevano  (‘500-‘700). I Principi Giovanelli avevano collezionato un’importante raccolta d’arte purtroppo andata dispersa. Famosissimo il dipinto di Giorgione raffigurante la “Tempesta” ora esposto alla “Gallerie dell’Accademia” di Venezia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GOZZI

 

Cannaregio, San Felice – Rio

 

 

 

GOZZI GASPARE

 

San Polo, Santa Maria dei Frari – Calle, Sotoportego

 

La famiglia Gozzi pervenne da Lenna in Valle Brembana. Raggiunse grande fortuna commerciando in oli e cuoi. Dei due rami presenti in Venezia uno fu ascritto al Patriziato Veneto per aver fatto dono alla Repubblica nella guerra di Candia di centomila ducati, l’altro si suddivise in due tronconi. Da uno di questi discesero i celebri letterati Carlo e Gaspare.

 

Carlo Antilluminista, difese la commedia dell’arte in polemica con il Goldoni e con il Chiari. La sua fama è legata alle fiabe, miste di elementi comici e tragici, di sarcasmo e magia. Tra le più celebri annoveriamo : L’Amore delle tre melarance e Turandot che ispirarono in epoca moderna le opere musicali di Prokofiev, Puccini e Busoni. Capolavoro in prosa sono le “Memorie inutili”.

 

Gaspare Con il fratello Carlo fu tra i partecipanti della classicheggiante “ Accademia dei Granelleschi”. Si dedicò alla redazione di due giornali letterari la “Gazzetta Veneta e “l’Osservatore Veneto”, modellati sui giornali inglesi.

 

 

 

GRITTI

 

Castello, San Giovanni in Bragora – Calle, Sotoportego

 

 

 

GRITTI-MARTINENGO

 

Cannaregio, San Marcuola – Fondamenta

 

 

 

GRITTI O DEL CAMPANILE

 

San Marco, San Moisè – Calle.

 

 

 

 

GRITTI O PIOVAN

 

San Marco, San Moisè – Calle.

 

 

 

 

 

 

 

 

MARTINENGO DALLE PALLE

 

Castello, Santa Maria Formosa. – Calle.

 

La Famiglia Gritti è di antica provenienza bergamasca. Vanta origini longobarde comprovate da autentico documento dell’anno 983. Fu annoverata nel 1291 nel Maggior Consiglio di Venezia e vi rimase nella serrata del 1297. Produsse molti uomini illustri. Andrea fu diplomatico e politico. Mercante a Costantinopoli fu colà l’ispiratore della politica veneziana. Venne nominato Procuratore di San Marco nel 1509. Capeggiò gli eserciti veneziani nella guerra di Cambrai dove subì la sconfitta di Agnadello e nelle lotte per Treviso, Padova, Vicenza e Brescia. Fu eletto Doge nel 1523. Seppe mantenere una politica di equilibrio tra l’Impero e la Francia.

 

La famiglia Martinengo  fu una delle più potenti dell’Alta Italia. I numerosi rami che ebbero vita in Brescia dal 1200 in poi, discesero tutti dagli antichi Conti  rurali di Martinengo, una famiglia feudataria di Vescovi di Brescia, Bergamo e Cremona. E’ ormai certo che quei Conti rurali abbiano origine dai Conti di Bergamo e precisamente da Gisalberto, grande feudatario imperiale, vissuto nella prima metà del secolo decimo.

Per le molte benemerenze acquisite in pubblico servizio e per aver dato somme rilevanti alla Repubblica fu incorporata nel Patriziato Veneto  negli anni 1448, 1449, 1499, 1689.

 

 

 

GROPPI

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto – Calle

 

La famiglia cittadinesca Groppi era dedita al commercio della seta. Annoverò vari dottori, segretari e mercanti. Un certo Domenico fu vicario del Patriarca Maffeo Contarini e pubblico notaio.

 

 

 

LEONI

 

San Marco, San Moisè – Piazzetta

 

Il sito è detto anche “Piazzetta Giovanni XXIII”, denominazione voluta dal Consiglio Comunale per onorare Giuseppe Roncalli, Patriarca di Venezia, eletto nel 1958 Pontefice.

Nella piazzetta si ammira un tondo bronzeo del Papa.

 

 

 

 

Piazzetta dei Leoni

 

 

 

 

LICINI

 

Castello, Santa Maria Formosa – Corte, Ramo

 

La famiglia cittadinesca Licini ebbe negozio di tele arricchendosi con Alessandro che successivamente dilapidò tutto.

 

 

 

LOCATELLI

 

San Marco, Santo Stefano Corte

 

LUCATELLA

 

Castello, San Zaccaria – Corte

 

LUCATELLO

 

San Marco, San Salvatore – Sotoportego I° e II°, Corte

 

Fra i luoghi che diedero maggior contributo all’esodo dei bergamaschi nelle varie località d’Italia fu il paese di Locatello in Valle Imagna. Gli emigranti vennero chiamati dal nome del paese d’origine Locatelli. Lo stesso vale per le numerose famiglie emigrate dal paese di Rota, pure in Valle Imagna.

Dalle famiglie cittadinesche veneziane uscirono personaggi di spicco sia nella vita civile che in quella mercantile.

 

 

 

LOVISELLA

 

San Marco, San Moisè Corte

 

Vennero dal bergamasco ed ebbero casa a San Marco. Mercanti di bambagia all’insegna del Cardinal, successivamente si diedero alla carica amministrativa. Sul cadere della Repubblica trasmigrarono a Padova diventandone cittadini.

 

 

 

MASENA

 

Cannaregio, San Marcuola – Ramo

 

La denominazione del Ramo suddetto deriva dalla presenza nella zona di una macina di proprietà  nel 1661 di Paolo Marinoni.

 

 

 

MINELLI

 

San Marco, San Moisè – Calle, Corte, Ramo, Sotoportego

 

I Minelli originari di Brumano di Alzano Lombardo, esercitarono la mercatura di olio e salumi. Diventati molto ricchi offrirono centomila ducati per i bisogni della guerra di Candia ottenendo il Patriziato Veneto nel 1650. Si racconta che il giorno in cui furono eletti  Lorenzo vendeva salumi  e formaggi mentre il fratello maggiore stava giocando alla palla in Rialto, con la traversa (grembiule turchino ad uso dei bottegai veneziani) .

In una modesta casa di Corte Minelli la nota scrittrice George Sand andò a convivere con il dott. Pagello durante il suo soggiorno veneziano.

Il famoso Palazzo Contarini Del Bovolo, opera rinascimentale di grande spettacolarità, si trova a San Paternian. Prende il nome dalla scala a chiocciola che si trova nel cortile contiguo. Non avendo discendenti Domenico Contarini il palazzo andò in fedecommesso ai nipoti Cristoforo I e Cristoforo III Minelli , figli di sua sorella Isabella che aveva sposato nel 1716 Zuanne III° Francesco di Gianbattista Minelli.

 

 

 

MORANDI

 

Cannaregio, San Canciano – Calle, Ramo

 

La famiglia Morandi esercitava mercatura della seta e fu ascritta alla Cittadinanza Originaria il 23/08/1793

 

 

 

MORO – LIN

 

San Marco, Santo Stefano – Calle, Ramo

San Polo, Santa Maria dei Frari – Calle, Ramo

 

Girolamo Lin giunto a Venezia dalla bergamasca molto povero fu garzone nella bottega di droghe presso il Ponte di Rialto all’insegna dell’angelo di proprietà di Gaspare Lucca. Diventato direttore del negozio, lo tenne per molti anni per conto del suo principale con grande rettitudine ed abilità. Rimasto proprietario dopo averlo acquistato dagli eredi del Lucca, fece grande fortuna ed offri centomila ducati alla Repubblica, ricevendo in cambio la Veneta Nobiltà il 12/04/1635. In virtù del matrimonio tra Gaspare Moro e Isabella Lin si dette origine alla famiglia Moro-Lin.

 

 

 

MUTI

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto – Ramo, Ponte, Corte

San Polo, San Cassiano – Calle

 

 

 

MUTI o BAGLIONI

 

San Polo, San Cassiano – Calle

 

I Muti erano ricchissimi mercanti di seta appartenenti alla Cittadinanza Originaria. In Corte dei Muti alla Madonna dell’Orto dimorò il Principe Castiglione. A San Cassiano abitò l’altro ramo.

Gian Maria vestì nel 1664 l’abito di San Domenico. Insegnò teologia e filosofia. Predicò in molte città italiane e fu priore del monastero dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia. I Muti diedero vari Guardan Grandi alla Scuola di San Rocco.

 

La Famiglia Baglioni , originaria di Bergamo, era a Venezia fin dal sec. XVI. Esercitava la professione di libraio in merceria San Salvador all’insegna dell’aquila nera. Offrì centomila ducati per la guerra contro i turchi ottenendo il Patriziato Veneto il 6/08/1716.

 

 

 

NERINI

 

Santa Croce, San Simeone Grande – Campiello

 

La famiglia Nerini ebbe inizio a Venezia da certo Pietro Ilario detto Nerini, originario di Bergamo. Mercante di gioie sposò nel 1696 Paolina da Brazzo. Giuseppe Ilario Nerini fu Segretario di ambasciata in Spagna

 

 

 

NORIS

 

Cannaregio, San Canciano – Calle, Ramo, Ponte

 

La famiglia Noris ottenne la Cittadinanza Originaria nel 1581 dopo ventisei anni di soggiorno a Venezia.

 

 

 

 

Ponte Noris

 

 

 

PAPAFAVA O TASCA

 

Castello, Santa Maria Formosa – Fondamenta

 

I Papafava derivano dai Carraresi, signori di Padova. Furono aggregati al Patriziato Veneto avendo versato una notevole somma di denaro per le urgenze della Repubblica. Un Giovanni sposò nel 1688 Angela Maria Tasca, discendente da famiglia bergamasca, di ricchi mercanti di panni di lana, che avevano negozio in merceria. Anche i Tasca furono aggregati alla Veneta Nobiltà nel 1646 per avere offerto centomila ducati per la guerra di Candia.

 

 

 

PEDROCCHI O PISCINA

 

Castello, San Francesco di Paola – Calle

 

Cristoforo Pedrocchi si trasferì con la famiglia a Venezia da Rovetta nel bergamasco commerciando in ferramenta. Acquistò varie case nei pressi del Rio San Domenico a Castello.

Esistevano famiglie Padrocchi anche presso San Moisè e Santa Maria dei Carmini che dettero il nome alla toponomastica veneziana ma non risulta che avessero parentela con i Pedrocchi di Castello.

 

 

 

PEZZANA O TASSO

 

San Polo, Santa Maria dei Frari – Calle

 

La calle Pezzana è detta anche calle che va alla tipografia Tasso in quanto immeteva alla tipografia di Girolamo Tasso.

 

 

 

POLVERE

 

San Marco, San Moisè, – Sotoportego, Corte

 

Il nome deriva da una fabrica di polveri di Cipro , cioè di cipria, di proprietà di Bortolo Lucatello nel prima metà del sec. XVII.

 

 

POSTA

 

Cannaregio, S.S. Apostoli – Calle, Corte

 

Nella Corte suddetta, un tempo chiamata Corte vicino Baron Tassis, risiedeva la famiglia bergamasca dei Tassis. Detta famiglia era stata investita della posta dell’Impero fino dal sec.XVI, in volgo chiamata di Fiandra. L’ufficio di questa posta si trovava in casa del Baron Tassis. Il Martinoni nelle aggiunte della “Venetia, città nobilissima e singolare di Francesco Sansovino” sostiene che il museo del Baron Ottavio Tassis, generale delle poste imperiali di Venezia, è tra i più pregiati. In esso afferma si ammirava uno splendido bronzetto di Jacopo Sansovino raffigurante la Risurezzione di Cristo, grandi medaglie di valore e pregio inestimabile e circa cento quadri  di mano dei più famosi pittori d’Italia  ed altri  (Tiziano, Giorgione, Palma il Vecchio, Schiavone, Leonardo da Vinci, Tintoretto, Raffaello, Correggio, Bassano, ecc..)

 

 

 

RAFFINERIA

 

San Polo, San Cassiano – Ramo, Calle, Ponte

 

In questo luogo nel 1713, si trovava un laboratorio per raffinare lo zucchero di proprietà di Franco Astori

 

 

 

RASPI

 

San Polo, San Cassiano – Ramo, Calle, Ponte

 

I Raspi si trasferirono a Venezia nel 1360 arricchendosi esercitando la mercanzia dei vini e panni. Nel 1662 GianMaria fu ammesso al Patriziato Veneto mediante l’esborso di centomila ducati.

 

 

 

RIZZI

 

Santa Croce, San Nicolò dei Tolentini – Fondamenta

 

La famiglia Rizzi, originaria del bergamasco, accumulò una grossa fortuna coi commerci di ori e argenti. Produsse uomini illustri come l’abate Angelo Marcantonio e Angelo. Furono Gastaldi delle Procuratie  de supra e de citra. Nel 1687 versò al Veneto Governo centomila ducati per le note necessità che aveva, ricevendo in cambio la Veneta Nobiltà.

 

 

 

RUBBI

 

Castello, Santa Maria Formosa – Corte

 

La famiglia Rubbi, domiciliata alla Fava, giunse in Venezia da Almenno nel bergamasco. Si distinse Guglielmo Maria, figlio di Francesco ed Anna Rustighetto. Ottennero la Cittadinanza Originaria il 30/09/1773. I Rubbi concorsero alla  Cancelleria Ducale..

 

 

 

RUBINI

 

Cannaregio, Sant’Alvise – Calle, Corte

 

Mercanti di seta e successivamente di saponi e di carta, furono ascritti dapprima alle Famiglie Cittadinesche e succesivamente aggregati al Patriziato Veneto offrendo alla Repubblica centomila ducati per la guerra di Candia. Giovan Battista fu Cardinale nel tempo del Pontefice Alessandro VII.

 

 

 

RUSPINA

 

Dorsoduro, Sant’Angelo Raffaele – Calle

 

La famiglia Ruspina venne da Bergamo e fece fortuna con la mercatura. Ebbe la Cittadinanza Originaria.

 

 

 

ROTA

 

Santa Croce, San Cassiano – Corte

Dorsoduro, Santa Maria dei Gesuati – Calle

Castello, San Martino – Calle

Castello, San Zaccaria – Calle, Corte

 

Antica famiglia nobile originaria di Bergamo si trapiantò con un ramo a Venezia. Fu ammessa al Maggior Consiglio nel 1685 dietro esborso di centomila ducati. Francesco ebbe fama di avvocato ed oratore celebre nei suoi tempi. Valerio fu preposto alla Direzione della diocesi di Belluno. Ebbe inoltre un Senatore.

Un Diotallevi Rota sposò nel 1548 Adria, figlia dell’Aretino. Filippo II nell’occasione del matrimonio, rivelatosi infelice, regalò alla sposa una catena d’oro.

 

 

 

SBIACCA

 

Dorsoduro, San Pantaleon – Calle

 

Presso la fondamenta del Malcanton, in calle della Sbiacca, si trovava nel 1713, un negozio dove si vendeva la biacca, il cui proprietario era di origine bergamasca , Zuanne Martinelli.

 

 

SCOTTI

 

San Marco, San Luca – Corte

 

Bernardo si trasferì a Venezia dove aprì un negozio di colori. Il figlio Francesco acquistò un fondo nel Friuli ed ottenne il titolo di Conte.

 

 

 

 

STELLA

 

Cannaregio, San Canciano – Campiello, Calle

Castello, San Pietro – Sotoportego, Corte

 

La cittadinesca famiglia Stella diede molti uomini illustri. Degno di nota Giampietro che dopo essere stato per molti anni Segretario del Consiglio dei dieci fu Ambasciatore per la Repubblica a vari Sovrani, al Pontefice ed agli Svizzeri. Nel 1517 fu nominato Gran Cancelliere della Repubblica Veneta.

Ai suoi funerali svoltisi nel 1523, parteciparono il Doge e la Signoria, il Legato pontificio, gli Ambasciatori imperiali e quelli dei duchi di Milano, Ferrara e Mantova. Sulla sua bara vennero collocati uno stocco ed un paio di speroni perché il defunto a suo tempo fu creato da Carlo V Cavaliere dell’Impero. Fu sepolto in una elegante tomba pensile nella chiesa di San Geminiano. Si ricorda pure Luca, Arcivescovo di Zara, che nel 1619, consacrò la chiesa di San Lio a Venezia.

La famiglia di Castello riteniamo essere diversa da quella  bergamasca che abitava in Cannaregio.

 

 

 

 

Campiello Stella

 

 

 

TURLONI

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto– Calle, Ponte

 

La calle Turloni si innesta sul ponte omonimo, uno dei pochi in legno rimasti in città, gettato sul Rio della Sensa. La famiglia cittadinesca Turloni esercitò l’arte della lana traendone molte richezze, Giacomo fu eletto Vescovo di Trani. Gasparo combattè valorosamente a fianco di Stefano Batory, Re di Polonia, contro i Turchi ricevendo onori e ricchezze. Tornato a Venezia si inimicò molti patrizi per l’atteggiamento spavaldo che tenne commettendo anche alcune violenze ad opera dei bravi di cui si circondava. Il patrizio Leonardo Moro lo fece imprigionare. Succesivamente mentre fu esiliato perse tutte le sue proprietà. Morì in Friandra col titolo di Capo di fanteria.

 

 

 

 

VARISCO

 

Cannaregio, San Canciano – Calle, Ramo

 

Proprietari di due case a San Canciano ai Biri. Capostipite fu certo Petrus de Varisco a sarico  stabilitosi a Venezia nel sec.XV che aveva negozio di seta a Rialto. E’ notoria una disputa tra il Petrus ed un giovane romano di nome Mario che lo accusava di essere stato frodato nel contratto di alcune pezze di rari ormesini. A difesa del giovane intervenne il legato apostolico  , Bartolomeo degli Alberti. Pietro accecato dall’ira ordinò al figlio Luigi di schiaffeggiare  il legato. Così avvenne. Padre e figlio finirono in prigione e pagarono una multa salata.

 

 

 

VECCHIA

 

Dorsoduro, Giudecca, Sant’Eufemia – Calle

 

La famiglia cittadinesca Dalla Vecchia commerciò in legnami e successivamente in cambellotti. Zaccaria fu Vescovo di Torcello.

 

 

 

 

 

 

VERDI

 

Cannaregio, S.S. Apostoli – Corte

 

La Corte prese il nome dalla famiglia cittadinesca presente nel’500 a Venezia. Viene citato nel 1658 un Antonio proveniente da Piazzalunga di San Giovanni Bianco.

 

 

 

 

VITALBA

 

San Polo, Santa Maria dei Frari – Sotoportego, Calle

 

I Vitalba esrcitarono la mercatura della lana. Girolamo Baldassarre fu Procuratore della chiesa di San Stae.

 

 

 

 

ZAMBELLI

 

Santa Croce, San Giacomo dell’Orio – Calle

 

I Zambelli erano mercanti di malvasia. Fattisi ricchi, acquisirono prima la Cittadinanza Originaria e successivamente nel 1649, la Veneta Nobiltà dietro il solito esborso di centomila ducati per la guerra di Candia

 

 

 

 

 

ZANARDI

 

Cannaregio, San Felice – Calle,Ramo, Ponte

 

Gli Zanardi vennero da Bergamo. Erano povera gente. Giovanni Andrea faceva il facchino e successivamente il pesta spezie presso la farmacia del guanto all’Ascensione. Fattosi garzone di negozio ed agente della ditta Polferini si arricchì  tanto. Fu ascritto alla Veneta Nobiltà avendo versato centomila ducati all’erario della Repubblica il 19/03/1653.

 

 

 

ZECCHINI – GIRARDI

 

Cannaregio, Madonna dell’Orto – Sant’Alvise – Rio

 

La famiglia cittadinesca Girardi pervenne dalla Valle Brembana . Per eredità aggiunse il cognome Zecchini. Ebbero possedimenti anche a Bassano del Grappa e nel trevigiano a Caerano San Marco.

 

 

 

 

 

 

Per completare la trattazione si dovrebbero pure indicare gli accadimenti legati alla presenza bergamasca nella variegata toponomastica veneziana.

Rimando perciò quanti fossero interessati alla materia e soprattutto ad un maggior approfondimento di quanto esposto di rivolgersi  alla “Biblioteca Angelo Mai” di Bergamo, dove si trovano il “Fondo librario di storia artistica, architettonica ed urbanistica di Venezia” donata dallo scrivente (Nel 2006 tutta la raccolta è stata catalogata in SBN  e le schede sono consultabili in Internet nell’OPAC dalla Regione Lombardia al seguente sito : http://www.biblioteche.regione.lombardia.it/OPACRL/cat/SF ) ed i numerosi scritti pubblicati da giornali e riviste  dallo stesso.                           

                                                                                                                               

 

 Aldo milesi e Stefano Bombardieri

 

Foto – Stefano Bombardieri (Stebomba)