E Necessario Un Nuovo Perito Meccatronico

 Prima di dare un mio personale parere volevo brevemente soffermarmi sui cambiamenti che, a partire dagli inizi degli anni novanta, si sono avuti nei programmi e nelle materie di insegnamento  della specializzazione meccanica degli istituti tecnici industriali, in modo da fornire al perito meccanico le capacità e le competenze necessarie  per meglio rispondere alle esigenze dell’industria che è stata chiamata a realizzare prodotti via via sempre più “intelligenti” o che richiedono sistemi automatici di produzione molto sofisticati.

 

Per il futuro l’utilizzo appropriato di nuovi materiali, l’integrazione di tecnologie dell’automazione, l’uso di metodi di progettazione, simulazione e analisi sempre più complessi saranno le armi vincenti (e le sfide) della nuova meccanica. In tale contesto si colloca il  tecnico meccatronico.

 

Anche  le altre specializzazioni  degli istituti tecnici (penso all’Elettrotecnica all’Elettronica ma anche all’Informatica) hanno operato profondi cambiamenti nei programmi,  sviluppando gli aspetti dell’automazione e dei sistemi di controllo dei processi. Se mi limito a parlare della specializzazione meccanica è perché é quella che conosco meglio.

 

All’inizio degli anni novanta negli ITIS si cominciò a sperimentare il progetto ministeriale  Ergon che introduceva profonde modificazione nei programmi e nel piano di studi. Per alcuni anni coesistettero il piano di studi del progetto Ergon insieme a quello d’ordinamento.

 

Nel progetto Ergon oltre alle normali materie quali Tecnologia meccanica, Meccanica e Macchine, Disegno, si affiancarono materie innovative quali Sistemi ed Automazione. Lo studio della lingua inglese e della matematica venne prolungato fino al quinto anno. I programmi delle materie “tradizionali” subirono radicali cambiamenti e vennero introdotti il CAD il CAM il Controllo Numerico. Nell’ambito di Sistemi si affrontarono  l’informatica e la programmazione,  l’automazione pneumatica ed oleodinamica, i PLC i sistemi di controllo e la robotica.

 

Inizialmente si ebbero molte difficoltà dovute alle novità delle materie, alla mancanza di laboratori ed attrezzature, talvolta alla mancanza dei libri di testo. Risultava difficile persino calibrare i contenuti per mancanza di esperienza.

Con gli anni furono creati ed attrezzati i laboratori, crebbero le competenze dei docenti, si consolidarono  programmi ed esperienze, il progetto Ergon da sperimentale, con lievi cambiamenti, divenne il nuovo ordinamento della specializzazione meccanica.

 

Come appare evidente con il progetto Ergon si volle rispondere alle nuove esigenze produttive creando un diplomato in sintonia con i tempi.

 

Operazione riuscita? Possiamo dire che il nuovo perito meccanico ha un substrato di conoscenze che possiamo definire genericamente “meccatroniche” ma deve essere ulteriormente ed opportunamente formato per poter diventare  un tecnico meccatronico (le conoscenze di elettrotecnica  elettronica ed informatica non sono sicuramente quelle necessarie al tecnico meccatronico)

 

E allora è opportuno pensare a una nuova figura di perito tecnico? Le università offrono corsi di laurea specialistica in  ingegneria meccatronica? In analogia bisogna creare il perito meccatronico?

 

Durante il convegno sono stati espressi pareri nettamente diversi sulla necessità o meno di un corso tecnico per la formazione del perito meccatronico.

 

Io non penso che sia necessario puntare sul perito meccatronico  perché, non potendo ovviamente rinunciare ai contenuti base della specializzazione meccanica,  ci si vedrebbe costretti a dare risposte fortemente  settoriali stanti le diverse figure professionali d’area evidenziate nella ricerca (Addetto alla progettazione e sviluppo dei prodotti meccatronici  o Tecnico di Automazione Industriale o Installatore/Manutentore di impianti automatizzati). Penso che la preparazione del perito meccanico deve avere il giusto grado di polivalenza attuale lasciando la specializzazione a momenti di formazione post diploma o durante il lavoro.

 

È ormai evidente a tutti che durante la vita lavorativa il lavoratore sarà costretto a cambiare più volte lavoro e che sarà costretto quindi a continui aggiornamenti. Anche le aziende andranno sempre più frequentemente incontro  a rapide innovazioni tecnologiche che richiedono personale tecnico continuamente aggiornato.  In conseguenza di ciò aziende e lavoratori necessitano di agenzie di formazione e di occasioni formative che sappiano rispondere alle loro necessità anche su aspetti a cui la scuola non può dare una risposta soddisfacente (penso alla sicurezza e alla prevenzione; all’organizzazione dell’impresa e del lavoro; a come relazionarsi e collaborare con gli altri; …)

 

L’istituto tecnico P. Paleocapa collabora ormai da molti anni con altri soggetti nella progettazione e realizzazione di corsi IFTS .

 

L’ultima collaborazione è appunto quella nell’ambito del Polo formativo Meccatronico di Bergamo  che prevede quali attività di formazione un corso per Tecnico Superiore  per l’Automazione Industriale (realizzato lo scorso anno) e per Tecnico Superiore per l’Industrializzazione del Prodotto e del Processo (in fase di realizzazione) e due progetti quadro per Apprendisti in Alta Formazione (uno già concluso e l’altro in fase di realizzazione)

 

I corsi IFTS sono una delle risposte alla necessità di formazione post-diploma.

 

Da quello che mi risulta per i corsi conclusi menzionati sopra i risultati sono stati soddisfacenti in quanto   quasi tutti i corsisti hanno trovato subito impiego e le aziende che li hanno ospitati per lo stage si sono detti soddisfatti del loro livello di preparazione; inoltre i corsisti hanno maturato dei crediti che possono utilizzare qualora decidessero di iscriversi all’università.

 

Una debolezza generale dei corsi post diploma e che è difficile trovare i corsisti. Questo si spiega, per quanto riguarda i periti meccanici con la constatazione che il numero dei neo diplomati è esiguo. Dei diplomati della specializzazione meccanica del nostro istituto nello scorso anno scolastico, circa la metà si sono iscritti  all’università e quasi tutti gli altri hanno trovato lavoro.

Su tale fronte è necessario orientare meglio i neo diplomati ma soprattutto è importante convincere più alunni delle scuole medie ad iscriversi,  dopo gli anni di fuga verso i licei, agli istituti tecnici per rispondere alla richiesta di tecnici delle aziende.

 

Salvatore Guardo