Roberto Rusconi perito meccanico di eccellenza

Roberto Rusconi si è diplomato all’Esperia come perito meccanico nel 1970, per poi laurearsi all’Università Statale di Milano in Farmacia. È un “figlio d’arte” nel senso che il padre è stato insegnante in questo Istituto per 30 anni. A causa di un infortunio è costretto a mettere da parte la pallacanestro ed altri sport in favore del nuoto, come forma di riabilitazione a contatto con l’acqua. Questi fatti influiscono profondamente il suo futuro! Mi cita un proverbio cinese: “solo il futuro può dire se un fatto accaduto oggi sia positivo o negativo”. Nel suo caso si può proprio dire che l’incidente sia stato il punto di partenza dei suoi progetti di vita. Il nuoto lo appassiona a tal punto da diventare un esperto subacqueo: diviene Vice Presidente nazionale della FIAS (Federazione Italiana Attività Subacquee), si interessa all’uso terapeutico delle camere iperbariche aldilà delle metodiche ricompressive tradizionali e si laurea all’Università di Milano con una tesi dal titolo “L’ossigeno in camera iperbarica come farmaco”. Dopo la laurea decide di utilizzare in proprio le conoscenze acquisite; a Zingonia conosce il costruttore di impianti iperbarici e con lui realizza il primo centro iperbarico del Nord Italia: siamo nel 1978. Si accorge ben presto del disagio che molti pazienti hanno nel raggiungere la struttura e decide di realizzare nel Nord Italia altre strutture iperbariche: a Bolzano, Verona e Como; inoltra ricorda i problemi della riabilitazione sperimentati su se stesso e decide di gestire in modo completo il malato progettando la Casa di Cura Habilita, in cui vengono trattati tutti i problemi legati alla riabilitazione. Presto si accorge che per gestire in modo razionale la struttura diventa importante l’economia di scala, per cui, attraverso accordi e acquisizioni, costituisce un gruppo sanitario formato oggi da sei unità: alla gestione casa di Cura Habilita di Zingonia è affiancata quella dell’ospedale di Sarnico, il laboratorio Biomedicals di Bonate Sotto , il Poliambulatorio Habilita San Marco di Bergamo, il Poliambulatorio di Clusone e la RSD-Poliambulatorio di Albino. Il fatturato passa in sei anni da 6 a 30 mil di Euro, i collaboratori arrivano a 650, il polo che si è costituito rappresenta il 20% dell’attività ambulatoriale privata convenzionata della provincia di Bergamo. Il suo punto di forza è non fermarsi mai, così gli investimenti sono sempre molto elevati e caratterizzati spesso da grande innovazione. L’ultima operazione presso l’ospedale di Sarnico è la produzione di energia elettrica a Km 0 attraverso la cogenerazione, un sistema alternativo con tecnologia avanzata. Collabora con le università per sviluppare nuovi strumenti di riabilitazione collaudando, in collaborazione con l’Università di Brescia, robot per curare i pazienti con problemi ai movimenti degli arti inferiori e superiori. Il vantaggio dei robot, abbinati ai computer, è quello di seguire dolcemente il paziente, misurare gli sforzi e i progressi, e ridurre l’aiuto nel momento in cui il paziente progredisce. Ma i robot vengono utilizzati in Habilita anche per altre funzioni: dopo il caso di Eluana Englaro occorre conoscere anche la più piccola reazione di un paziente in Stato Vegetativo. Studia, in collaborazione con l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico Ospedale San Camillo di Venezia, un sistema di stimolazione e monitoraggio continuo per i pazienti in Stato Vegetativo che attualmente fa parte di una ricerca con la partecipazione dell’Ospedale di Bergamo, in cui le funzioni vitali di questa tipologia di pazienti viene monitorata in tutti gli istanti della giornata, anche nel corso delle terapie riabilitative.