Ditta interessante la Cosberg. Sessantasette persone per un fatturato di 10 mio € il 70% esportato e in controtendenza: sta assumendo e la copertura ordini arriva a 18 mesi! Non potrebbe essere altrimenti dopo aver conosciuto il vulcanico fondatore e presidente Gianluigi Viscardi, anche Presidente della Piccola Industria di Confindustria Bergamo, Vicepresidente di Confindustria Bergamo, Vicepresidente della Piccola Industria Lombarda e Consigliere del Consorzio Intellimech. Inoltre è stato fondatore e presidente dell’Associazione Italiana di Assemblaggio.
La biografia
Gianluigi nasce da una famiglia contadina “poveraâ€. Passa l’infanzia aiutando il nonno nei campi e pascolando le mucche. A 15 anni, terminata la terza media, inizia a lavorare come saldatore presso la Scai di Suisio. Ha iniziativa e voglia di fare: a 17 anni diventa capo squadra. Dopo un paio di anni passa in Gildemeister a Brembate dove viene assunto come archivista presso l’ufficio tecnico, contro il parere del padre che non approva la decisione di abbandonare l’officina per un lavoro impiegatizio. Rimane affascinato dal disegno tecnico e frequenta di sabato pomeriggio il corso professionale biennale all’Esperia, poi parte per il servizio militare. Cita un aneddoto: prima della partenza, in ditta gli chiedono se abbia un fratello da proporre per sostituirlo, partendo dal presupposto che “da un pero nasce sempre un peroâ€. Al rientro dal militare è promosso ed inserito nella task force per l’innovazione, dove però è necessario firmare i progetti ed essere diplomati. Allora, a 23 anni, si iscrive all’Esperia al corso di perito meccanico serale, che frequenta dal lunedì al sabato, dalle 18.30 alle 22.40. Trova bravi professori che “insegnano il mestiereâ€: ricorda con ammirazione il prof. Verdina, titolare di uno studio di ingegneria, che portava in classe i progetti su cui lavorava, per far esercitare gli studenti su casi reali. Ricorda che il periodo era turbolento, con molti scioperi studenteschi, a cui pero’ la classe, di comune accordo, non aderiva, per dare la precedenza allo studio. Alla fine dei cinque anni arriva il momento dell’esame per il diploma dove, nonostante uno scritto di italiano scadente, incanta la commissione parlando per due ore del ciclo otto e diesel e dei motori correlati, riportando un voto finale altissimo. Gianluigi riconosce ancora oggi di non essere diventato un poeta! A 28 anni lascia la Gildemeister, ditta con 400 persone e ben strutturata, per entrare in una nascente ditta di 2 persone, che contribuisce a sviluppare decuplicando l’organico in cinque anni. È il periodo compreso fra il 1976 e il 1982. Nel 1982 gli viene offerta l’opportunità di entrare come socio in una grande azienda, la EBAS, però dopo pochi mesi si accorge che l’azienda è sommersa di debiti, che ha in parte sottoscritto senza rendersene conto. Il 28 dicembre 1982 risolve il rapporto con la EBAS e decide di aprire una società propria, la Cosberg. Le difficoltà iniziali sono enormi: Gianluigi non ha capitali e garanzie, per cui le banche non lo sostengono. Chiede l’aiuto di un vecchio compagno di scuola, che gli concede lo spazio di pochi metri quadri all’interno della propria ditta in cambio di un modesto affitto. Le due nonne rispondono al telefono e fungono da segretarie, lui e i due fratelli lavorano senza ritirare lo stipendio. Ha successo e in otto mesi i metri quadri affittati arrivano a 150. Per evadere gli ordini stringe un accordo con una società slovena, cui concede la licenza di costruzione in cambio di royalties. Questo permette di acquisire l’attuale sede di Terno d’Isola, dove la ditta si trasferisce nel 1986. Sfogliando una rivista specializzata, nota un particolare pubblicizzato da una ditta giapponese, che rappresenterà il cuore delle macchine a vibrazione, a loro volta elemento essenziale delle macchine di assemblaggio automatico. Si reca in Giappone per ottenerne la fornitura in esclusiva, ma non è preso in considerazione perché realtà troppo piccola. I giapponesi decidono di venire in Europa per visitare l’azienda, ma prima passano in rassegna i concorrenti europei. Nessuno capisce l’importanza della scoperta e tutti la rifiutano. Non rimane che accettare la proposta di Viscardi, che sviluppa il congegno applicandolo a tutte le macchine in produzione e vendendolo anche ai concorrenti. Nasce così nel 1996 lacollaborazione con la società Sanki Ltd di Nagoya, che da 30 anni vanta la leadership sul mercato nazionale nel settore della realizzazione di sistemi di alimentazione per l’automazione industriale, con filiali in Corea, Cina e Taiwan, arrivando a primeggiare su tutte le principali piazze del Lontano Oriente. La produzione in Giappone spazia dagli auto-distributori a vibrazione fino agli elementi di fissaggio e gli organi di trasmissione. L’accordo con Sanki assicura a Cosberg il diritto in esclusiva di produzione, utilizzo e vendita delle basi elettrorisonanti piezoelettriche in Europa, America Latina, Africa, Medio Oriente. Per capire meglio di cosa si tratta Gianluigi mi mostra il congegno, che taglia del 70% i consumi elettrici e il rumore delle macchine a vibrazione e non necessita di regolazione e manutenzione. La collaborazione prosegue ancora oggi, viene effettuata la ricerca in comune e Cosberg è responsabile della veloce industrializzazione delle idee realizzate. Viscardi ha trasformato la Cosberg in una realtà produttiva riconosciuta a livello internazionale: ma quali sono le nuove sfide? Gianluigi è convinto che occorre “valorizzare l’intangibile†e mi snocciola una serie di idee già realizzate in azienda, come istallare e controllare i programmi da remoto (una parte dell’ufficio tecnico risiede in Brasile), disegnare i pezzi in 3D, accorpare le funzioni (sono aboliti l’ufficio acquisti e la contabilità , mentre l’ufficio vendite fa le bolle, le fatture e gestisce gli acquisti), il tutto controllato dagli audit diretti dei clienti. L’obiettivo è quello di disegnare la Cosberg come una impresa della conoscenza e per questo ha impostato un sistema di codifica e archiviazione del know-how di prodotto e di processo, una memoria condivisa che evita la dispersione dei saperi: ogni azienda deve sopravvivere al fondatore, l’imprenditore non deve essere ricattabile. Tutta la conoscenza maturata deve essere registrata, disponibile e trasmissibile a tutti nell’azienda stessa in una logica di condivisione completa, a rischio anche che le diverse individualità perdano l’esclusiva delle proprie conoscenze specifiche. Grazie a queste realizzazioni, l’azienda oggi è in grado avere il primo contatto con il cliente e di proporre la propria soluzione tecnica, corredata dalle offerte e disegni del caso, in una settimana, offrendo soluzioni individuali all’interno di moduli standardizzati. Una volta istallati, i macchinari sono seguiti da remoto in tutto il mondo.
L’azienda
Cosberg è una azienda specializzata nella progettazione e costruzione di macchine e moduli per l’automazione dei processi di montaggio. Viscardi cita il film di Charlie Chaplin “Tempi Moderniâ€: un uomo piccolo vicino a una grande macchina rumorosa che detta i tempi di lavoro, per poi stritolarlo negli enormi ingranaggi. Mi esorta a pensare all’esatto contrario e mi porta a visitare i reparti dell’azienda: grandi uffici open space pieni di computer, persone in camice bianco che controllano macchinari silenziosi che riuniscono migliaia di pezzi senza mai fermarsi, non si vede alcuno strumento tipico di una attività meccanica tipo lima, pinza, martello. Poi mi spiega che per ottenere questo risultato i tecnici di Cosberg ri-progettano con clienti i pezzi da montare, per poi realizzare la macchina che in modo automatico unisce i particolari fino ad ottenere il pezzo finito, senza nessun intervento manuale! Ogni macchina è un unicum e non assomiglia ad altre macchine precedenti o future perché diverse sono le prestazioni che si vogliono ottenere. È possibile costruire pezzi relativamente semplici come prese elettriche, cerniere per mobili, slitte per cassetti o sistemi più complessi come valvole pneumatiche, un intero sistema frenante, minuscoli orologi, microchip: ogni componente viene dosato, preso da un utensile, guidato da una telecamera fino a comporre il pezzo finito, il tutto con una precisione e velocità che hanno dell’incredibile. Il costo del lavoro è minimizzato, viene esaltata la fornitura “just in timeâ€, cioè la riduzione quasi a zero del magazzino e del relativo capitale circolante, con la conseguente drastica riduzione dei tempi e dei costi di logistica, il che permette il rientro della manifattura in Europa. Fra le macchine in collaudo ho potuto osservare alcune linee di assemblaggio di cassetti per mobili e cerniere per ante destinati a IKEA, che prima acquistava i mobili componibili in Cina. Oggi è più conveniente produrre piccoli lotti vicino al luogo di vendita invece che ordinare lotti di grandi dimensioni in Cina, considerando 45 giorni di trasporto e altrettanto di magazzinaggio. Inoltre il servizio al cliente è migliore ed il rischio di avere stock di magazzino è ridotto: clienti soddisfatti e costi ridotti!
Conclusioni
Gianluigi Viscardi è un imprenditore nato dal nulla, che si è fatto da solo grazie alla tenacia, all’attaccamento al lavoro e alla intelligenza. È un biglietto da visita per il migliore “made in Italy†ed un fulgido esempio per le nuove generazioni.