L’indirizzo elettrico nella nuova istruzione tecnica

Con l’anno scolastico 2010-2011, a seguito dei lavori svolti dalla commissione ministeriale istituita nel dicembre 2007, dovrebbero avviarsi i nuovi percorsi dell’Istruzione Tecnica, che prevedono, oltre all’aggiornamento dei programmi e alla riduzione dell’orario di lezione a 32 ore,

un contenimento degli attuali indirizzi del settore tecnologico a nove aree di settore. Una delle nuove aree previste dal processo di riforma è quella del settore Elettrico, che comprenderà gli attuali indirizzi di specializzazione di Elettrotecnica ed Elettronica. Questa previsione di un area elettrica allargata è una svolta positiva nel processo di razionalizzazione del percorso formativo del settore elettrico, che, superando l’attuale frammentazione, recupera un processo unitario e sinergico di formazione tecnica tra aree strettamente correlate e complementari. La figura professionale che emerge è, in relazione ai contenuti disciplinari previsti nel piano di riforma del settore elettrico, quella di un tecnico fortemente orientato verso l’automazione industriale. Certamente il profilo di un tecnico per l’automazione, anche se è rispondente alla realtà dello sviluppo industriale, non è esaustivo rispetto alle competenze richieste in un’area allargata che prevede conoscenze in altri settori quali l’energetico, l’impiantistico ed il tecnologico. La pluralità di proposta formativa per il settore dovrà essere recuperata con una progettazione mirata che utilizzi la flessibilità riservata all’area dell’autonomia scolastica. Diventerà essenziale, se il profilo formativo del perito nel settore elettrico dovrà coniugarsi con la realtà produttiva del territorio, ricercare nella flessibilità progettuale delle figure professionali uno stretto collegamento con le aziende di settore al fine di acquisire input adeguati allo sviluppo di competenze che rispondano alle necessità del tessuto economico-produttivo di area. Una progettazione condivisa consentirà di calibrare meglio le iniziative di formazione scolastica rispetto alle sollecitazioni del sistema produttivo, così da realizzare un percorso “unicum” tra la preparazione scolastica offerta ai giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro. È opportuno che non solo la fase di progettazione didattica veda un osmosi tra scuola e mondo del lavoro ma, soprattutto la fase di attuazione dei curricula progettati, deve realizzare un accompagnamento delle attività scolastiche con iniziative in azienda che integrino, attraverso l’alternanza, l’apprendimento teorico con l’esperienza pratica da realizzarsi attraverso attività laboratoriali da svolgersi direttamente in azienda. È auspicabile che la riforma dell’istruzione tecnica diventi un momento di recupero di una collaborazione fattiva tra l’impresa e la scuola, per realizzare insieme un percorso utile ad una migliore preparazione e professionalizzazione degli allievi così da creare tecnici preparati, aggiornati e impiegabili nel mondo del lavoro.

Arialdo Ravanelli