Lunedì 13 Ottobre 2008 alle ore 12.15, un grande evento ha segnato la cronaca della città . Dopo mezzo secolo di progetti e di discussioni, finalmente Bergamo dispone di un collegamento diretto che unisce, in un percorso di soli 330 metri, il piazzale della Stazione, con via Gavazzeni. Un’opera costata quasi quattro milioni di Euro e finanziata in parte dal Comune di Bergamo e in Parte dalla Regione Lombardia. I bergamaschi si ricordano con esattezza il primo annuncio della costruzione del sottopasso di via Gavazzeni: correva l’ottobre del 1947 quando, a pochi mesi dalla nascita di piazzale Marconi così come lo vediamo oggi, a Palazzo Frizzoni stavano presentando un progetto “futuristico†che avrebbe cambiato il volto della città . Il progetto vincitore presentato e prontamente irrealizzato era dagli architetti Sandro Angelini e Pino Pizzigoni. Dal sottopassaggio, nel 1958 si passa all’idea del sovrappasso: due grandi rampe che passano ai lati della stazione per andare a ricongiungersi in un’unica strada sopraelevata. Nel 1977 si passa da due a una sola rampa, affiancata da due passerelle pedonali. È a partire dagli anni ottanta che i progettisti iniziano a pensare al solo passaggio pedonale. Cambiano i progetti, si diminuiscono le pretese, ma il risultato è sempre lo stesso: passare da piazzale Marconi a via Gavazzeni sembra impresa impossibile. Nel 1984 spunta la “passerella meccanoâ€: un ponte da più di 300 metri in acciaio.
A metà degli anni Novanta il progetto che, come al solito, pare essere quello definitivo è il ponte sospeso con le travi. Progetto poi bocciato. Nel 2003 si torna al sottopasso. Il resto è storia dei nostri giorni. il sottopasso è finalmente finito. Un tunnel anche esteticamente piacevole, con una piastrellatura gialla, bianca, azzurra e blu a motivi alternati e le luci strette e lunghe poste di taglio per una illuminazione morbida e soffusa. Nove videocamere e la chiusura notturna effettuata da due cancelli posti alle estremità garantiranno la sicurezza del sottopasso. Nuove rastrelliere per le biciclette ma anche la sicurezza che a breve chi arriverà in bici potrà portare il mezzo anche oltre il tunnel per lasciarla nella nuova ciclo stazione che dovrebbe garantire maggior sicurezza. Il Comune nel pieghevole che annuncia l’inaugurazione di un’opera che in soli due anni ha visto sbloccare una situazione di stallo di circa mezzo secolo, ha simpaticamente ripreso una nota che un tale ingegner Libero Covelli nell’estate 1955 scriveva di suo pugno e che recita così: “… Insegnerò a Bergamo, all’Esperia. È un ottimo istituto alle spalle delle ferrovie. Oggi occorre fare un lungo giro per arrivare in città , ma mi hanno assicurato che è imminente la costruzione di un sottopasso. Così, appena finita la scuola, in pochi minuti sarò in centro…â€.